Pittura della natura quella di Pietro Camozzi, ma anche " interpretazione" di paesaggi e di
scorc1 Particolari. Opere contraddistinte da una calma e da una distensione che denotano la
sensibilità di uno spirito proteso a cogliere sentimenti che legano l'uomo all'estemo.
Figurazione accurata, linguaggio piano a tutti comprensibile, e quindi maggiormente godibile
nei valori di comunicabilità che ne derivano, d'altra parte va riconosciuta a Pietro Camozzi una forte
facilità disegnativa, il tratto sicuro e la prospettiva facile, l'uso del colore pacato e vario che l'artista
spande felice su campiture dove il contrappunto melodico raccoglie tutta una pulsione atmosferica che
riesce a farci sentire il sotteso confluire delle sensazioni in una ravvicinata "osservanza del reale".
Una realtà dipinta quale verifica del piacere di interpretazione, un "sogno" di magico
abbandono, una realtà quindi non vista ma sentita. Poesia e musica, di un filone che Pietro Camozzi
impreziosisce su una tavolozza limpida e pulita dalle sfumature dei verdi, dei rosa pallidi, dei bianchi
che si rafforzano su candide albe, "luminosità sconcertante" come ad ubbidire agli impulsi dello spirito
tra "sogni ed emozioni" di alto contenuto vitale.
Figurativo e disegno che si affermano, in una forte realtà quando l'artista affronta temi
complessi come le vedute, ed è ragionevole che Camozzi prediliga Venezia con i suoi canali, i suoi
noti e straordinari monumenti, il suo "clima di riflessi", ma anche la sua "tradizione pittorica", una
scuola che ha trovato il suo inizio con il Guardi e il Canaletto nel Settecento, e si protrae con
modifiche e sussulti sino alle contemporanee interpretazioni che fanno capo a Pietro Camozzi.
Evoluzione logica di una tradizione che l'Artista intende sviluppare e continuare secondo la
propria sensibilità, dove tagli e impaginazioni del tutto "personali" sono il frutto di una meditazione
che non conclude un andare ciclico, non muta la " coerenza pittorica" ma ne estende la portata.