Tra la molta letteratura artistica inerente il rapporto tra il pittore e il paesaggio è illuminante
citare quanto scritto da Roger de Piles nel suo Cours de peinture del 1708: Tra tutti i piaceri
che i differenti talenti della pittura procurano a quelli che li esercitano, quello di fare del
"Paesaggio" mi sembra il più sensibile e il più comodo; perché nella grande varietà di cui è
suscettibile, il Pittore ha maggiori occasioni che in tutti gli altri generi, di contentarsi nella scelta degli
oggetti: la solitudine delle rocce, la freschezza delle foreste, la limpidezza delle acque, il loro
mormorio apparente, le distese dei piani e dei lontani, la mescolanza degli alberi... così la Pittura, che
è una specie di creazione, lo è ancor più nei confronti del.Paesaggio.
Illuminante, dicevamo, per rendersi conto del piacere che l'artista prova nel "ricreare" quanto
osservato, o meglio, nel "servirsi" del dato fenomenologico per tramutarlo in rappresentazione del
proprio stato d'animo con tutte le suggestioni che la propria perizia gli consente.
Nel caso di Pietro Camozzi, affermato artista trentino, dobbiamo aggiungere un dato altamente
qualificante: il talento di far coesistere la plasticità con la levità cromatica in una sorta di "miracolo"
che solo l'Arte consente.
Le sue opere sono un affettuoso e partecipe omaggio alla Natura e al suo Creatore, tese a
rendere l'intrinseca essenza del paesaggio "quell'aura vegetale da qualcuno ipotizzata", a trasportarci
nel regno del possibile, distinguendosi nettamente da quanti ritraggono asetticamente la visione del
naturale incuranti del loro anacronismo.
Simonide di Ceo (ante IV sec. a.C.) affermava, a ragione, essere la "Pittura e la Poesia" Arti
Sorelle, orbene il Camozzi Poeta emerge a tutto tondo là dove, con rara abilità, "descrive" la magia dei
boschi, la bellezza dei fiori, la suggestione del paesaggio campestre sotto la neve, in quello stile che il
Portalupi ha definito " camozziano", a sottolineare il valore di questo caposcuola.
Nutrito dal tonalismo veneto, reso più pregnante dalla luce soffusa, il Camozzi, in parallelo con
la "partizione spaziale", regola prima dell'armonia, sembra praticare anche una "partizione cromatica",
per la quale le sue opere sprigionano un singolare effetto di spazio-colore, a testimonianza di una
raggiunta padronanza sintattico-stilistica che fa di lui uno dei più quotati artisti italiani contemporanei.