"L'oliveto"

...foglie vestite d'oro antico... e tronchi che mostrano le ferite del tempo...

E' difficile esprimere l'emozione che affiora nel leggere l'opera del pittore Camozzi.
L'artista mette in risalto l'aspetto umile e pur tanto grande di un olivete con una fantasmagoria di sensazioni e di colori fissando nell'immagine un momento emozionale.
L'erba rabbrividisce nelle prime brine, il ciclo ha nel grembo una nube e sembra sentire il vento venire di lontano, ondeggiare sulle foglie vestite d'oro antico, luci ed ombre si mescolano, tra i tronchi che mostrano le loro ferite del tempo.
Il meriggio esplora l'olivete con ventagli di luce che accendono le foglie; la terra paga sembra disposta ad abbandonare le spoglie per prepararsi al lungo letargo invernale. Crepitano le foglie, si avverte il respiro profondo della terra, del ciclo, dei fiorì autunnali che ci parlano con voci calde e sensuali, voci che hai sempre ignorato ma che sono là, presenti nelle viscere della natura.


"Paesaggio Invernale"

... trucioli di luce tra i fiori di neve ...

Come un fanciullo capace di stupore, l'artista non incrina il fragile cristallo del silenzio, perché l'uomo nel silenzio si ponga in ascolto ed avverta quei brividi di gioia nell'attesa che trema nell'aria, nell'aspettazione che si compia il mistero.
Il ciclo concede avari scampali d'azzurro, mentre la casa dell'uomo, impastata di pietra e di malta, ricorda gli stenti passati mostrando le crepe del tempo, nei muri imbiancati.
Trucioli di luce s'insinuano tra i fiori di neve, frange di ghiaccio compongono cortine di opaco silenzio, dai rami spogli piove qualche raggio di luce, mentre in lontananza, in un sipario d'ombre, inseguiamo un miraggio di pace.


"Paesaggio Autunnale"

... immobile, a sentire parlare il silenzio...

Il vento crea e distrugge cattedrali di nubi rosate. Gli alberi man mano si vanno spogliando, e le foglie sembrano palpitare al ricordo dei nidietti della primavera.
L'uomo è assente, relegato nel borgo che si scorge in lontananza, quasi per eliminare la contaminazione della sua mano distruggitrice.
Anche il ciclo è deserto di ali, e l'aria vespertina è immota, ma nel sottobosco sentì la vita che brulica, ed il profumo di resina e di muschio ti penetra nel cuore.
Tu sei lì, immobile, a sentire parlare il silenzio che ti dice, cose che mai essere umano ti potrà dire.


Autilia Pica Verde