Paesaggista profondamente legato alla tradizione, Pietro Camozzi è stato definito come autore
di una "pittura paesistica in stato di sublimità" ed ancora di una "pittura leggibile di aperta e
quotidiana confidenza", infine come autore di una "pittura fatta di espressione e di
emotività". Tré modi differenti per sottolineare una grande passione, onesta e di slancio per la natura e
tutte quelle sue componenti che concorrono a fare di questo artista una delle firme più note.
Emotività che, però, non gli prende la mano fino al punto da ridume la concretezza creativa.
Infatti Pietro Camozzi resta un pittore del vero, anche quando sogna, anche quando le sue tele sono
intrise di poesia o di malinconia. Una pittura fatta di emotività, "ma anche di forza creativa".
E' infatti la sua terra a volte così "aspra" sotto la pressione della neve che cade copiosa, a volte
così "tenera" con i sottoboschi e le mezzetinte primaverili, ma sempre così affascinante, con le
montagne che la circondano - che si vede sempre incombente, ispiratrice di un'opera pittorica che ha
per caratteristica proprio e in primo luogo la descrizione del paesaggio e il floreale; coerentemente
"camozziano" quanto a indirizzo istruttivo e a carattere della ideazione. La qualità del colore è così
delicata, posta con tanto equilibrio cromatico che tocca la più alta poesia.
Pare un luogo comune, eppure è vero che chi ama le grandi vette ama i toni più lievi. Certi
alberi innevati, come certe fioriture primaverili di campi ricchi di promesse, narrano non solo del
profondo amore che questo artista nutre per la natura, ma anche del lungo lavoro di analisi che ne ha
fatto, cogliendone ogni possibile sfumatura cromatica. E cogliamo questa indicazione di coerenza, per
aggiungere che Camozzi non si discosta mai dal sentimento che lo ispira, non dipinge per
committenza, ma per amore, portando sulla tela, ad olio, l'intero suo mondo fatto di baite, di boschi,
ma anche di pallidi fiori di campo, raccolti in vaso.