La natura glorificata di Pietro Camozzi

Bisogna essere innamorati sfrenatamente, o quasi posseduti dalla natura e dalla sua magia per esprimere quelle che ci da Camozzi dichiarato amante della selvaggia bellezza della natura. Fili d'erba, ramoscelli, alberi, macchie di rovi policromi, cascate di fiori d'ogni colore, insomma tutta la magia della campagna della quale Camozzi è innamorato.

Sicuro! innamorato e fedelissimo, maniera sincera di esternare senza tema di vergogna il proprio amore e la venerazione a questo regno dove impera oltre l'inventiva, il colore, l'amore e la bellezza.

Pietro Camozzi dipinge la natura: una natura così com'è, come la trova dalle sue parti, in quel meraviglioso parco naturale che è il Trentino. Nulla è modificato, nulla è posseduto dalla fantasia e credo fermamente che neppure il colore sia stato esasperato. Pittura di linea figurativa ortodossa, di un calore cromatico che ci porta ai grandi dell'arte: vibrazioni sensibilissime date da un nascosto movimento delle cose che sembrano vivere attraverso l'irreale luminosità che soltanto l'alba può dare. Una nebbia romantica avviluppa i suoi alberi colorati di verde tenero su pendii di monti dove la coltre d'erba si stende gloriosa; alberi ancora sulle rive di laghi di cui il Trentino è ricco, messi bionde pronte al taglio, canneti su rive d'acqua placide e lucenti e boschi luminosi e cupi con tagli d'ombra perfetti, saturi di emozione. Visioni immediate che fissandole sembrano svanire e trasformarsi in dissolvenze incrociate ....

Ecco cosa mi ha fatto "sentire" la visita fatta a Pietro Camozzi nella sua Trento dove dipinge e prepara le opere per mostre di grande importanza artistica. Lo studio arroccato su un pendio di monte, lontano dalla città, è pieno di quadri; in ogni dove alberi, cime di monti innevati, fiori stesi su prati smeraldini, boschi visti da ogni punto dentro e fuori, acque placide, quasi stagnanti, che però vivono, messi e canneti colorati dal biondo del sole. Il tutto è una realtà, cose e quadri che rivedo uscendo all'aperto e guardando dalla finestra verso le valli, i prati, i laghi lontani, le cime luminose, il sole glorioso. Ma la magia di Pietro Camozzi è l'atmosfera che sa creare in questa realtà perfetta: un tocco delicato, incantato, una vaporosità, una evanescenza che fa illanguidire. Niente di arzigogolato, di complicato, una freschezza pittorica che "glorifica la natura" e ci dona a piene mani il piacere di guardare e ammirare le bellezze di questo mondo che pare sia stato dimenticato dall'incombere della civiltà del cemento.

Esaltazione, fanatismo uniti ad una potenza lirica e drammatica e soprattutto ad un tocco carnoso, grasso, colorato, suggerito dalla presente natura che lo possiede e lo circonda. Nulla di superficiale, di commerciale, i dipinti dell'artista hanno in questa epoca dove "... sono quasi tutti pittori ...".

Nei dipinti soffusi di malinconia, gloriosi di colori si ritrova l'infinita gioia della vita che scaturisce dall'intimo di questo poeta geloso custode della sua arte. Maestro del colore reale, dell'evanescenza coloristica suggeritagli da una natura inesplorata e vergine; il pennello di Camozzi non è uno strumento, ma qualcosa di magico dove un pezzette di cuore è sempre attaccato.

Parlare dei quadri numerosissimi è cosa ardua: gli alberi, i cespugli, le macchie, i fiori, le casupole abbandonate già dimora di cacciatori, gli ameni boschetti, i contorti oliveti, le distese di messi, i profili delle montagne, le acque dei ruscelli; ecco il regno del Camozzi, dove ogni sua pennellata è un omaggio alla natura, ad un grido di amore.

Pietro Camozzi mi ha così regalato un pomeriggio di serenità ed un vero piacere visivo, di emozioni nuove scoperte al contatto di un ambiente che suona nuovo per chi, sedentario in città, scopre il cielo solo attraverso le ferite lasciate dalle case.



Aldo Locatelli